Biella-Santhia'

La linea Santhià – Biella

La Storia

 

La linea Santhià – Biella 

(estratto da “ Storia delle Ferrovie in Piemonte “ di Luigi Ballatore © editrice Il Punto Torino)
Fin dal 1853 due imprenditori, Celestino Ferroggio ed Andrea Crida, avevano avanzato domanda di concessione per la costruzione di una Strada Ferrata da Biella a Santhià, ormai auspicata da molti.
L’ingegnere Savinio Realis veniva incaricato di elaborare il progetto, poi criticato da alcuni.
Apportate, quindi , alcune modifiche richieste dal Consiglio Speciale delle Strade Ferrate, nell’Agosto del 1853 veniva stipulata dal Ministero dei Lavori Pubblici una concessione, approvata con legge del 2 Settembre 1854, con la quale si concedeva a Crida, Ferroggio e compagni l’autorizzazione a costruire ed esercitare una ferrovia che “ partendo da Biella, mettesse a Santhià “.
La durata della concessione restava fissata fino al 10 Luglio 1951 ma con facoltà di riscatto da parte del Governo dopo 30 anni.
In seguito, costituita dai ripetuti costruttori la Società anonima delle Strade Ferrate del Biellese, con decreto del 25 Agosto 1855 veniva approvato il suo statuto.
Frattanto la Società ed i costruttori Crida e Ferroggio si erano impegnati a realizzare la ferrovia a loro spese, rischio e pericolo e ad iniziare i lavori tre mesi dopo la promulgazione della legge e a terminarli entro 18 mesi.
Il capitale sociale della Società era stato fissato in 5 milioni di lire .
La esecuzione dei lavori ebbe inizio a partire da Santhià, punto di diramazione della Ferrovia di Novara : il percorso risaliva l’altopiano tra i torrenti Elvo e Cervo, passando per Salussola, Vergnasco, Sandigliano, e Gaglianico, con punto di arrivo a Biella.
Durante i lavori fu apportata una variante al tracciato, deviandolo verso Candelo, cosicché lo sviluppo della linea passava da 27 a 30 chilometri circa.
La costruzione dell’intera linea non comportò l’esecuzione di opere impegnative, fatta eccezione per il ponte sul torrente Elvo a 5 arcate della luce di 15 metri caduna.
Sorsero invece discussioni e contestazioni circa l’ubicazione della stazione di Biella, prevista dall’ingegnere Realis all’esterno della città. Poi , elaborato un nuovo progetto, si trovò l’accordo, ubicando il fabbricato viaggiatori presso la strada principale fuori Porta Torino.
Va osservato che il capitale impiegato per la costruzione della lionea fu molto elevato : 5 milioni di lire, con una spesa chilometrica fra le più alte di quelle sostenute per le Strade ferrate concesse all’industria privata. Inoltre, in alcuni periodi i lavori proseguirono molto a rilento a causa delle ristrettezze finanziarie della Società
Nel frattempo, era anche deceduto uno dei costruttori, il Ferroggio.
Comunque, i lavori furono portati a termine e l’inaugurazione della linea avvenne il 7 Settembre 1856.
Narrano le cronache dell’epoca che alla cerimonia inaugurale parteciparono, trasportati da un convoglio speciale partito da Torino, io Ministro Paleocapa, deputati e senatori, autorità civili e militari ed altri personaggi.
Il Vescovo di Biella officiava una cerimonia religiosa “ nanti la stazione “ .
L’espletamento dell’esercizio veniva assunto dalla Società delle Strade Ferrate di Novara con tre coppie di treni giornalieri, in coincidenza a Santihià con quelli verso Torino e verso Novara.
Lo sviluppo complessivo dei tratti in curva risultò del 36 per cento, la pendenza media del 7,8 e quella massima dell’11 per mille circa.
Non molto importanti le opere d’arte, oltre al già citato ponte sull’Elvo, e cioè : 6 cavalcavia; 16 ponti e sottovia da 1 a 2 campate da 3 a 11,75 metri di luce; oltre 84 ponticelli, tombini e sifoni da 0,80 a 4 metri di luce.